Il castello è costruito su un promontorio a sella che sovrasta la piccola cittadina di Riola: un significativo nodo di comunicazione nato con la creazione della strada Bologna/Pistoia e della ferrovia (entrambe note col nome di Porrettana). Nel 1850 il Conte Cesare Mattei inizia la costruzione della Rocchetta, come venne poi chiamato il castello, fra questi speroni rocciosi, fra le due vallate del Reno e del Limentra e sui resti dell’antico Castello di Savignano. La Rocchetta che attualmente osserviamo è il frutto di uno sviluppo costruttivo durato oltre settanta anni e di una evoluzione stilistica sviluppata nel tempo.
Nei primi anni di edificazione il Conte procede seguendo uno stampo neo-medioevale con un particolare intreccio di autenticità e di ricostruzione. Probabilmente a seguito dell’evoluzione stilistica dell’epoca dettata dalla Grande Esposizione Universale di Londra del 1854, il Conte subisce il fascino esotico esercitato dall’estetica orientale e muta lo sviluppo costruttivo seguendo la moda ispanico – moresca. Prende spunto dall’arte mudéjar, uno stile che incorpora elementi della cultura araba rimasto circoscritto alla penisola iberica sviluppato da artigiani mussulmani approdati in Andalusia. Associa elementi tipicamente arabi come l’arco a ferro di cavallo, l’utilizzo di mattoni, la decorazione a stucco cesellata policroma (yeserias) e in ceramica (azulejos) applicandoli ai suoi edifici e creando uno stile ibrido di grande interesse.
Molti degli ambienti frutto dell’idea costruttiva del Conte rimasero solo abbozzati ed incompiuti alla sua morte (1896). Furono ripresi a partire dal 1904 e nei trent’anni successivi dal figlio adottivo Mario Venturoli-Mattei seguendo una versione di Liberty alla moda nel 20° secolo.
Durante la seconda guerra mondiale, il castello fu occupato da un comando delle S.S. tedesche che trafugarono quanto di valore e vandalizzarono il rimanente. Nel dopoguerra la famiglia Venturoli decide di vendere il castello che, nel 1859, passa nelle mani di Elena Sapori, moglie del commerciante di Vergato Primo Stefanelli, detto “Il Mercantone”. Il castello subisce una nuova trasformazione con l’introduzione di prigioni, trabocchetti posticci e un ristorante per incentivare una proposta commerciale di dubbio gusto.
Nel 1986 il castello entra sotto tutela dello Stato. Con la morte nel 1989 di Primo Stefanelli, la Rocchetta viene definitivamente chiusa al pubblico e lasciata in stato di totale abbandono fino al 2005 quando la Fondazione Carisbo lo acquista per avviare una importante campagna di restauro.
Nel 2015, terminati i lavori di recupero del 60% della struttura, il Castello riapre al pubblico sotto la gestione del Comune di Grizzana Morandi e il patrocinio dell’Unione dei Comuni dell’Appennino Bolognese e della Città Metropolitana di Bologna.