Il Comitato
Costituito ufficialmente nel Febbraio 2013, il Comitato SOS Terme Alte nasce dalla volontà di un gruppo di cittadini porrettani che, nauseati dal degrado in cui versa il complesso delle terme alte, decide di promuovere una serie di iniziative per il recupero e la salvaguardia del complesso. Nel tempo sono state avviate, grazie alla collaborazione della proprietà e di innumerevoli volontari, tante iniziative volte a sensibilizzare la cittadinanza e finanziare alcuni piccoli interventi urgenti.
Nel 2019 le Terme Alte sono salite sul podio del concorso “I Luoghi del cuore” del FAI, il Fondo Ambiente Italiano, grazie all’enorme lavoro svolto dal Comitato e ad oltre 75.000 voti raccolti in tutta Italia. Un piccolo riconoscimento economico per l’impegno svolto è stato raccolto, ma tanto è ancora necessario. In ogni caso il risultato raggiunto rappresenta il forte desiderio di NON ABBANDONARE un luogo che ha un alto valore artistico oltre che terapeutico.
Proprio per questi valori condivisi anche nella nostra specifica realtà, la Rocchetta Mattei, che come GRUPPO STUDI CESARE MATTEI vogliamo fornire supporto e promozione alle attività che il Comitato SOS Terme Alte svolge a sostegno del territorio e della sua valorizzazione.
Un frammento di storia…
La storia delle terme di Porretta è più che millenaria e la leggenda narra di un bue malato lasciato libero dal padrone perché incapace di reggere l’aratro. In uno dei suoi peregrinaggi, l’animale si dissetò alla fonte termale, che venne poi chiamata Puzzola, e ritrovò il suo vigore. Da allora il bue che si abbevera è rimasto il simbolo del comune di Porretta Terme.
Tuttavia le terme erano già conosciute e frequentate in epoca romana, ne sono testimoni numerosi ritrovamenti archeologici, come l’importante mascherone raffigurante il muso di un leone, un’effigie in marmo recuperata nel 1888 ma risalente al I secolo d.C. Il ritrovamento di frammenti di una statua di epoca etrusca fa sospettare che queste popolazioni conoscessero le acque curative di Porretta, ma esse iniziano ad essere citate solo a partire dalla metà del XII secolo in famosi scritti, come La Mandragola di Niccolò Machiavelli. I secoli XV e XVI, inoltre, videro accrescere l’interesse di Principi e Signori italiani del Rinascimento per le terme di Porretta. Basti ricordare Lorenzo il Magnifico, Bianca Cappello moglie di Francesco I de’ Medici, il Cardinale Francesco Gonzaga che aveva al suo seguito il celebre pittore Andrea Mantegna, Giovanni Sforza Visconti primo marito di Lucrezia Borgia.
Con le Terme Alte si intende un complesso di antichi edifici termali situati lungo il greto del fiume Rio Maggiore. Qui sgorgano diverse sorgenti salsobromoiodiche dalle quali traggono il nome gli stabilimenti termali Marte Reale, Donzelle e Leone-Bovi; questi edifici si affacciano su una piazzetta al cui centro si trova una fontana. Tra gli stabilimenti Marte Reale e Donzelle è collocata la Sala Bibita, una saletta a pianta rettangolare adibita alla distribuzione delle acque, conosciuta anche con il nome di Grottino Chini. Grottino deriva dalla copertura a volta della saletta che ricorda una piccola grotta;
Chini è riferito invece all’artista Galileo Chini, il quale realizzò le meravigliose piastrelle in maiolica che rivestono le pareti interne e la pavimentazione della sala.
Il marchio della manifattura ceramica Fornaci San Lorenzo, fondata da Galileo Chini, è riportato sugli stipiti della porta di ingresso della Sala Bibita. Le migliaia di piastrelle della saletta sono realizzate in ceramica dipinta e decorata a lustro con successive cotture; hanno i lati di misura variabile tra i 5 e i 10 centimetri e possono essere di forma quadrata, rettangolare o circolare. I colori lucenti spaziano dal rosso, al verde, fino al blu, con rombi argentei e spirali dorate, decori geometrici e a rilievo ed effetti scozzesi che ricoprono le sedute dove gli ospiti erano soliti accomodarsi per bere l’acqua benefica.
Di fronte all’entrata si può ancora scorgere il meraviglioso albero la cui chioma, una nuvola bianca, emerge dal cielo celeste dipinto con pennellate concentriche per imitare le nubi. Nel tronco dell’albero le venature sono evocate da ovali concentrici, i quali rendono la decorazione ancora più realistica. All’interno della nuvola-chioma, invece, i fiori e le foglie si rivelano essere elementi geometrici: cerchi rosa e triangoli verdi. Più a destra linee ondulate verticali evocano lo scorrere dell’acqua di una cascata impreziosita da fiori colorati: cerchi sulle tonalità del giallo, a cui sono stati aggiunti i petali concentrici con un pennellino. La meravigliosa composizione in stile Liberty è frutto dell’unione di migliaia di piastrelle, ognuna delle quali è stata plasmata, decorata, cotta e quindi progettata singolarmente, ma allo stesso tempo tenendo sempre a mente il progetto conclusivo della composizione complessiva.
Ancora all’interno del Grottino è possibile ammirare un cornicione costituito da piccoli musi di leone, animale scelto in quanto simbolo delle Terme di Porretta. Oltre ciò, si ritrova anche l’immagine di un quadrupede all’interno dei medaglioni circolari sopra alle sedute; esso pare essere una pecora a causa delle linee a spirale tipiche dell’Art Nouveau che possono sembrare i riccioli del pelo, ma si tratta in realtà del famoso bue malato.
Molto particolare è anche una piastrella su cui si può leggere l’acronimo dalle chiare caratteristiche Liberty STP: Società delle Terme di Porretta, che ricorda i fasti del glorioso passato dell’Antico Stabilimento Termale e del magnifico Grottino Chini.
Testo gentilmente fornito da Comitato SOS Terme Alte – Autrice Beatrice Mori